28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Opere realizzate dalla ditta Mauro Vita

La statua dedicata a Nazario Sauro rimessa a nuovo

L'intervento di restauro, costato 6 mila euro, è stato promosso dai Civici Musei del Comune di Trieste, in accordo con la Soprintendenza ai Beni Culturali

TRIESTE - Il 10 agosto del 1916 Nazario Sauro (patriota e militare italiano, uno tra le più importanti figure dell'irredentismo italiano e massimo rappresentante di quello istriano) moriva a Pola. Cinquant'anni dopo, il 10 agosto del 1966, veniva inaugurata a Trieste la sua statua, opera dello scultore Tristano Alberti. Oggi, passati altri 50 anni, la grande statua bronzea su basamento in pietra d'Istria raffigurante Nazario Sauro è stata riconsegnata alla cittadinanza pulita e restaurata.

Nel corso di una conferenza stampa sono state illustrate le modalità del significativo intervento di restauro e valorizzazione dello storico monumento, che avviene nel centenario della prima Grande Guerra. I lavori sono stati promossi dai Civici Musei del Comune di Trieste, in accordo con la Soprintendenza ai Beni Culturali e realizzati dalla ditta Mauro Vita restauro e conservazione. Sul posto sono intervenuti, tra gli altri, l'assessore comunale alla Cultura Paolo Tassinari, la direttrice del Museo d'Arte Moderna Revoltella e dei Musei Civici di Storia e Arte Maria Masau Dan, Rossella Scopas Sommer per la Soprintendenza, i presidenti dell'Anvgd Trieste e del Comitato per le Onoranze a Nazario Sauro Renzo Codarin, dell'Associazione comunità istriane Manuele Braico, della Fameia Capodistriana Piero Sardos Albertini e dell'Irci Chiara Vigini.

Il restauro ha interessato sia la statua bronzea che il suo basamento in pietra, con il fine di ridare al manufatto l’originale patina del tempo. La parte in bronzo era la più rovinata, pertanto è stata quella che ha maggiormente pesato sulle operazioni di restauro. Si è intervenuto essenzialmente sulle zone ossidate (riconoscibili perché caratterizzate dalla presenza di abbondanti gore di colore verde), su quelle cerose (ricoperte da una patina nera dovuta alla cera addizionata a pigmento) e sulle micro-fessurazioni per ovviare al rischio di un'ossidazione più interna. Anche la pietra, a causa dell'ossidazione del bronzo, era  interessata da gore di colore verde soprattutto sulle zone sommitali. Il lavoro di restauro ha avuto un valore di 6 mila euro.