18 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Vitigni autoctoni

Il Terrano rischia di fare la fine del Tocai

La Slovenia ha chiesto all'Ue la costituzione di una Dop denominata Teran. La Regione Fvg prova a mediare, Ziberna (Fi) attacca

TRIESTE – I toni sono ancora piuttosto distesi. La ‘battaglia’ per il Terrano è appena all’inizio e in questa fase lo scontro potrebbe essere controproducente. Meglio quindi, come ha fatto l’assessore regionale Cristiano Shaurli, evidenziare come tra Carso italiano e Carso sloveno, «vi sia un'identità condivisa e molto forte che intendiamo valorizzare». Il tema è quello della tutela del vino Terrano, che potrebbe essere destinato dall’Europa a uso esclusivo della Slovenia (quest’ultima, con un atto unilaterale, ha chiesto all'Unione europea la
costituzione di una Dop denominata Teran), lasciando così con un pugno di mosche i produttori del Carso triestino e goriziano. Un po’ come avvenuto qualche anno fa con il Tocai, diventato vitigno autoctono dell’Ungheria.

Per evitare un nuovo ‘scippo’, nei giorni scorso Shaurli ha incontrato, a Trieste, nella sede della Kmecka Zveza (Associazione regionale agricoltori), il viceministro all'Agricoltura della Repubblica di Slovenia, Tanja Strnisa.
L'incontro ha permesso di approfondire gli aspetti tecnici e le implicazioni politiche della tutela del vino Terrano, che interessa l'area del Carso italo-sloveno.
L'assessore Shaurli ha riconfermato l'attenzione dell'amministrazione regionale verso gli agricoltori del Carso triestino e goriziano e in particolare dei produttori di vino Terrano che, ha detto, «hanno saputo tutelare e preservare un vitigno che ha secoli se non millenni di storia, lavorando un terreno aspro e duro qual è quello carsico, esprimendo una capacità enologica che ha aspetti eroici. L'identità di un prodotto di assoluta eccellenza e originalità come il Terrano - ha aggiunto Shaurli - si difende meglio se lo si riferisce a tutto la sua area di produzione, che è un territorio unico per caratteristiche dei terreni e di clima e che comprende il Carso italo-sloveno nel suo complesso. Mi auguro - ha concluso l'assessore - che in tutte
le sedi, a Roma e a Lubiana, come a Bruxelles, i due Paesi possano trovare una linea comune di tutela di questo vino in tutta l'area del Carso»
.

Sul tema è intervenuto anche Il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, che ha presentato un’interrogazione alla giunta.
«Personalmente – ha dichiarato Ziberna - giudico assai grave e condanno il fatto che il ministero italiano competente, invece di difendere un sacrosanto diritto, sancito dalla storia enologica della Venezia Giulia, si sia dimostrato a oggi totalmente inerme, invitando addirittura le istituzioni locali e i produttori a trovare un nome alternativo al vitigno, visto anche il grave nocumento che tale stato di cose può rappresentare per i viticoltori italiani».