19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
A 22 anni di stanza dall'ultima volta

Nel fine settimana convocati gli Stati generali degli emigranti Fvg

La Regione vorrebbe razionalizzare, diminuendo il numero delle associaizoni dei corregionali all'estero. Ma senza sconvolgere le buone pratiche che funzionano

TRIESTE - «Convochiamo gli Stati generali dei corregionali all'estero del Friuli Venezia Giulia a 22 anni da quelli che si tennero a Lignano nel 1993. A distanza di tanto tempo era opportuno verificare se gli interventi a sostegno dei corregionali, promossi a seguito di quel momento di sintesi, sono oggi ancora attuali. Sarà l'occasione per verificare insieme al centinaio di partecipanti da tutti i Paesi del mondo se le nostre sei associazioni riconosciute stanno realizzando e per intercettare interessi e bisogni futuri».
Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, presentando gli Stati generali dei corregionali all'estero che si terranno il 16 e 17 ottobre, nella sede della Regione di piazza Unità a Trieste.

Già redatto un documento per fare sintesi
La Regione Friuli Venezia Giulia, convoca quindi, una nuova conferenza per avviare una riflessione e formulare delle proposte su temi importanti quali il rafforzamento del senso di appartenenza delle Comunità di corregionali all'estero alla cultura di origine, le nuove generazioni di corregionali, la valorizzazione delle attività imprenditoriali dei corregionali all'estero e il loro coinvolgimento nelle missioni di carattere istituzionale ed economico della Regione e, infine, l'individuazione di nuovi strumenti di comunicazione.
La Regione, assieme alle sei associazioni riconosciute, ha elaborato una proposta di Documento conclusivo che è stata già trasmessa ai vari circoli, associazioni e fogolârs che riuniscono i corregionali per ricevere proposte e osservazioni che saranno poi oggetto di approfondimento nel corso dei lavori degli Stati Generali.
«Vorremmo un documento coraggioso, capace di voltare pagina, pur conservando ciò che di buono c'è - ha commentato Torrenti, ricordando che l'approccio delle sessioni di lavoro della due giorni, che sarà aperta dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini, e da Luigi Papais e Franco Narducci, rispettivamente presidenti di Cne-Consulta nazionale dell'Emigrazione e Unaie-Unione nazionale associazioni immigrati e emigrati -. Cercheremo di ascoltare, più che di raccontare quello che stiamo già facendo. Vogliamo capire se le azioni che stiamo promuovendo servono, sono attuali e possono essere migliorate».

Razionalizzare per dare un'immagine di maggiore compattezza
Alla presentazione del programma sono intervenuti tutti i referenti delle sei associazioni (Ente Friuli nel mondo; Associazione Giuliani nel mondo; Alef-Associazione lavoratori emigrati del Fvg; Efasce-Ente friulano assistenza sociale e culturale emigranti; Eraple-Ente regionale per i problemi dei lavoratori emigrati e Unione migranti sloveni del Fvg) che rappresentano i corregionali nel mondo, da loro stessi stimati in ben 2 milioni.
Una stima che non si dovrebbe allontanare dall'effettiva consistenza numerica dei migranti e discendenti attualmente residenti fuori dal Friuli Venezia Giulia, ma che è frutto, è stato ricordato, di proiezioni statistiche: paradossalmente, rispetto a oggi, i censimenti delle prime migrazioni tra Otto e Novecento erano molto precise, derivanti da registrazioni accurate dei passaporti nei rispettivi Paesi di partenza e arrivo.
Razionalizzare il sistema associazionistico è un altro degli obiettivi dell'amministrazione regionale e per questo, anche in occasione della presentazione degli Stati generali, Torrenti ha fatto appello all'unità programmatica delle sei associazioni. «Non vogliamo promuovere una fusione a freddo - precisa Torrenti – che potrebbe non funzionare, ma la messa in opera di progetti condivisi, dove ciascuna associazione metta a disposizione le buone pratiche e il patrimonio di esperienza che è frutto della storia di ciascun sodalizio».
Tutte le sei associazioni «hanno una storia diversa e importante, ma con il passare delle generazioni all'estero questa frammentazione dei riferimenti è sempre meno compresa. Vorremmo quindi - ha concluso Torrenti - che sui progetti principali si riuscisse a dare un'immagine di maggiore compattezza».