20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
La corsa al voto

Carini (Startup Trieste) è per la chiusura della Ferriera

«Abbiamo superato ogni limite in ogni senso, dallo sforamento di emissioni inquinanti della Ferriera al relativo comportamento delle istituzioni», questo il pensiero del candidato sindaco

TRIESTE - «Nonostante gli accordi pluriennali stipulati da Governo, Regione, Comune e Autorità portuale a evidente danno di Trieste e dei triestini - afferma il candidato sindaco della lista Startup Trieste, Fabio Carini - da sindaco di questa splendida città maltrattata sarei pronto ad andare a Roma e piantare una tenda sotto Palazzo Chigi fino a quando un magistrato illuminato porrà fine all’attività della Ferriera. Meglio un mostro inquinante chiuso e non riqualificato di un attentato quotidiano alla nostra salute».

Dopo la sortita della trasmissione tv ‘Le Iene’, Carini coglie la palla al balzo per esprimere la sua posizione in merito alla Ferriera. «Abbiamo superato ogni limite in ogni senso, dallo sforamento di emissioni inquinanti della Ferriera al relativo comportamento delle istituzioni che, tra negazioni, parziali ammissioni, marce indietro, dichiarazioni senza senso (una per tutte, pronunciata dalla presidentessa della Regione, riferendosi alla Ferriera: Vogliamo fare attività industriale senza inquinare), rattoppi maldestri per non dire inutili e fughe per la sconfitta, di fronte alla tragica ed evidente realtà hanno ora il dovere di chiudere in anticipo il loro rapporto con Trieste».

«La Regione, complice un Comune sottomesso – aggiunge Carini – ha voluto a tutti i costi mantenere in vita la Ferriera, ricoprendo di finanziamenti ad hoc il gruppo Arvedi che, nonostante gli impegni assunti, non la sta rendendo meno inquinante di prima. Anzi. Viene da chiedersi se a questo gruppo industriale interessi solo stoccare materiale in regime di porto franco per trarne gli ovvi benefici. D’altronde, il centenario impianto non ha futuro e non dovrebbe avere nemmeno un presente. Nel 2002 la Regione aveva concordato la chiusura entro il 2005 con tutte le parti sociali, poi i soliti colori di schieramento cambiarono e naturalmente si intraprese la direzione opposta. Ennesima conferma dal passato di quanto la politica Destra&Sinistra, la politica dei partiti, stia massacrando Trieste. Oggi ancora più di ieri. I diritti dei cittadini, quello della salute in primis – conclude – non sono presi in considerazione, le minestre riciclate incombono e il decadimento è costante».