29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Verso il voto

Carini (Startup Trieste) denuncia il degrado dell'ingresso in città

Sporcizia e rifiuti sia nei pressi della sala Tripcovich che all'ingresso del Porto Vecchio. «Raccontare che a Trieste va tutto bene è un insulto all'intelligenza e alla sensibilità dei triestini».

TRIESTE - «Il biglietto da visita per la città, la prima zona che i turisti incontrano entrando a Trieste, è ridotta a una discarica o peggio a un wc a cielo aperto. Si parla di dati positivi sul turismo, di afflussi record e poi l’area dove si trovano la stazione dei treni, quella delle corriere e il parcheggio dei pullman versa in uno stato di degrado ormai da mesi».

A denunciare la situazione di sporcizia, con tanto di foto eloquenti, è il candidato sindaco della Lista apartitica Startup Trieste Fabio Carini, che ha documentato il pessimo stato in cui si trova da tempo tutta l’area. Accanto al Silos, pochi metri prima dell’ingresso al Porto Vecchio, celata da un camion mal messo, c’è una sorta di discarica a cielo aperto, con cumuli di rifiuti di ogni tipo, vecchi vestiti, scarti di cibo, materassi e deiezioni. L’ odore è nauseabondo, perché chi bivacca nella zona lo utilizza come fosse un wc.  Qualche metro più indietro, in pieno giorno, ci sono persone che dormono sul marciapiede davanti alla stazione delle corriere, altre mangiano, bevono e fumano nelle aiuole antistanti, trasformate in posacenere.

«Senza entrare nel merito della questione del Silos, che per lunghi mesi è stato un rifugio di disperati abbandonati al loro destino e fuori controllo - prosegue Carini - si tratta ora di intervenire sulle zone pubbliche al di fuori, che vedono ogni giorno il transito di cittadini ma anche di molti turisti i quali, sbigottiti, si trovano davanti questa desolazione».
Continuano a camminare nella zona, l’ area verde a lato della sala Tripcovich è un tripudio di immondizie, anche in questo caso avanzi di cibo, bottiglie e involucri sono stati gettati nell’erba. Da qui passano le persone che arrivano con il treno o con i pullman, dirette verso il centro cittadino, in aggiunta a chi parcheggia la propria auto nelle aree a pagamento. Proseguendo sulle scale della stessa sala ci sono due sacchi a pelo, utilizzati da senzatetto che di notte dormono a ridosso del teatro o nella parte retrostante. Ma lo scenario più drammatico è l’ingresso del Porto Vecchio, diventato da oltre un anno la casa di alcune famiglie di clochard.

«I turisti che entrano, per vedere la parte accessibile del Porto Vecchio o per assistere agli eventi che vengono promossi nei vari edifici, vengono accolti da pile di cartoni che, purtroppo, di notte diventano il rifugio per chi qui dorme e vive. Vicino c’è una pila di coperte, sedie, abiti, scarpe e depositi di cibo. Va avanti così da oltre un anno e fare finta di nulla raccontando che a Trieste va tutto bene è un insulto all'intelligenza e alla sensibilità dei triestini».