15 maggio 2024
Aggiornato 10:00
Comincia la corsa al 2018

Riccardi: «A Trieste e a Pordenone ha vinto l'usato sicuro»

Dipiazza e Ciriani «forti e autorevoli, in grado di unire popolarità, competenza e conoscenza». Il capogruppo di Fi in Consiglio regionale analizza il voto alle amministrative

TRIESTE – A Trieste e a Pordenone ha vinto il centrodestra come coalizione o a prevalere sono state le persone candidate? Oppure la conquista dei due Comuni è solo merito del periodo di appannamento del Pd? O magari dei voti arrivati al ballottaggio dai grillini? Tutte questioni che abbiamo girato al capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi.

«La vittoria è frutto di un insieme di componenti – spiega Riccardi –. Sicuramente i candidati di Trieste e Pordenone erano forti e autorevoli, ed erano in grado di unire popolarità, competenza e conoscenza. Diciamo che la prevalso l’usato sicuro». Il capogruppo cita poi la compattezza della coalizione di centrodestra come arma vincente.  «Se così non fosse stato – precisa – al primo turno sarebbe venuto meno il risultato ottenuto, vero presupposto per la vittoria finale. Sono convinto che se fossero state prese altre strade, sul modello Roma per intenderci, avremmo assistito a un film diverso sia al primo che al secondo turno. A Trieste e a Pordenone chi pensa che abbiamo vinto grazie ai voti dei grillini si sbaglia: la vittoria è merito dei sostenitori del centrodestra».

A risultato determinante, per Riccardi, è stato anche il modo con cui il Pd ha governato la Regione fino a oggi. E qui la riflessione del forzista va sul livello politico. «Il voto è espressione di quanto fatto dalla giunta regionale e dalla presidente Serracchiani sul tema delle riforme: i cittadini hanno bocciato chi questo disegno riformatore lo sta portando avanti, premiando invece chi si è battuto per contrastarlo con tesi alternative. In queste elezioni ha perso il Pd e ha perso Serracchiani – evidenzia il capogruppo di Fi –. Quando si vince o si perde, il capo ha sempre una responsabilità in più, in termini di meriti o di colpe».

Parole che suonano come un messaggio chiaro agli alleati della coalizione in vista delle regionali del 2018, visto che uno dei 'capi' di Fi è proprio Riccardi. «Prima c’è un appuntamento importante sulla riforma costituzionale, che non sarà un passaggio ininfluente per la politica nazionale e locale. Poi si comincerà a pensare alle prossime scadenze elettorali». Riccardi fa il diplomatico ma non si tira indietro sulla possibilità di essere leader della coalizione di centrodestra nel futuro più prossimo: «E’ prematuro parlarne oggi, però è chiaro che faccio parte di una squadra che ha voglia di riprendersi il governo della Regione. Va prima costruito un assetto complessivo della coalizione, poi di potrà pensare ai ruoli».