29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Il punto di Nicola Delli Quadri

Come cambia la sanità a Trieste: entro il 2016 assunte 120 persone

La riforma regionale ha portato a un potenziamento dei Pronto Soccorso e all'attivazione dei nuovi Centri di Assistenza Primari (Cap)

TRIESTE - Una relazione sullo stato della Sanità triestina dalla quale sono emersi i cambiamenti impressi dalla riforma regionale: l'aumento del personale (120 unità nel 2016), il potenziamento dei Pronto Soccorso, l'attivazione dei nuovi Centri di Assistenza Primari (Cap) e di una struttura per la preparazione dei farmaci antitumorali adeguata anche all'allestimento di terapie geniche.
Questo in sintesi quello che il direttore dell'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste Nicola Delli Quadri ha esposto alla presidente Debora Serracchiani nel corso di un incontro che si è tenuto nel Palazzo della Regione.

Più dettagliatamente, sono infermieri e Operatori socio sanitari (Oss) i profili professionali a cui appartengono i 120 nuovi operatori (70 già assunti) che entro la fine del 2016 entreranno a far parte dell'organico dell'Azienda. E sempre sul fronte del personale Delli Quadri ha messo l'accento sui Pronto Soccorso, rafforzati con l'inserimento di 5 infermieri, 2 Oss e 6 barellieri. In particolare l'arrivo di questi ultimi consentirà un più veloce accesso dei pazienti ai vari servizi di accertamento diagnostico, abbattendo nel complesso i tempi di attesa.
Sempre sui Pronto Soccorso, registrando un ulteriore aumento di coloro i quali a Trieste hanno fatto ricorso alla struttura (+13% nei primi mesi dell'anno) e ricordando che il tempo di attesa per un codice verde si è ormai standardizzato a quello regionale (1 ora e 20 minuti), Delli Quadri ha posto l'accento sul Presidio di
Medicina generale attualmente in via Farneto, ma che entro l'anno troverà sede in via Nordio.
Il Presidio è finalizzato ad accogliere i casi meno gravi da un punto di vista emergenziale e potrà disporre di un collegamento per indagini cliniche urgenti, come ad esempio gli esami del sangue e gli approfondimenti radiologici. Una struttura, ha specificato Delli Quadri, che dovrà sempre più in futuro sgravare il lavoro attualmente in carico al Pronto Soccorso.

Ma un'altra realtà territoriale istituita per intercettare un certo tipo di patologie che altrimenti rischiano di intasare il servizio di emergenza sanitaria è quella dei Centri di Assistenza Primaria (Cap). Due di questi Centri saranno attivati entro novembre (Roiano per il Distretto 1 e L'Ospedale Maggiore per i Distretti 2 e 4), mentre quello di Opicina, grazie ad un accordo con l'Ater per la ristrutturazione di una palazzina, partirà nel 2017.
Ed è proprio sul ruolo dei Cap che Delli Quadri ha riportato i numeri di altre esperienze sul territorio nazionale a seguito delle quali, attraverso questo servizio offerto primariamente ai malati cronici, la mortalità di questa specifica fascia di pazienti si è abbassata del 10%.