28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Il Comune e i senzatetto

Roberti caccia i profughi dal Silos: “Ics e Caritas sfruttano gli immigrati”

Sfollati dall’edificio abbandonato, con le strutture d’accoglienza piene, 35 afghani e pachistani si preparano all’inverno sulle strade triestine. Il vicesindaco: “Le due onlus non hanno carità cristiana”

TRIESTE - Via i profughi dal Silos, fatti sloggiare all’alba dell’8 novembre dalle forze di polizia agli ordini del vicesindaco Pierpaolo Roberti, che ha poi inveito contro Ics e Caritas accusandole di sfruttamento del business migratorio. I 35 immigrati, afghani e pachistani, bivaccavano in zona da diverse settimane, l’edificio abbandonato li riparava dalle rigide temperature, al momento per loro non è prevista alcuna ospitalità perché i centri d’accoglienza sono pieni. Un’ordinanza della giunta Dipiazza impedisce loro di sistemarsi anche nei dintorni della stazione, quindi saranno destinati ad affrontare l’inverno su marciapiedi e panchine in varie zone della città.

Carità cristiana
Liberi, quindi, di svernare nel suolo pubblico, ma non nel territorio della Silos spa, proprietaria dell’immobile che ha concordato l’operazione con Roberti. Quest’ultimo ha disposto lo smantellamento dell’accampamento costituito da materassi, assi di legno e coperte, ora sequestrati e gettati in discarica. Successivamente ha anche denunciato gli ex bivaccanti per non aver rispettato un’ altra ordinanza, varata dalla precedente amministrazione, che nega l’accesso all’edificio. Qualche ora dopo il vicesindaco ha accusato l’Ics e la Caritas di non agire secondo ‘carità cristiana’, e di arricchirsi alle spalle dei migranti lasciandoli ‘marcire’ in un edificio pericolante. Parole che aprono un fronte del tutto inedito: la giunta Dipiazza contro la diocesi triestina, a cui la Caritas è direttamente collegata.

La replica delle Onlus
Il presidente dell’Ics Schiavone e il direttore della Caritas don Alessandro Amodeo dichiarano al quotidiano ‘Il Piccolo’ che nessuno dei senzatetto in questione è preso in carico da loro, e nessuna delle due onlus riceve compensi per il lavoro di accoglienza, ormai ingestibile, prestato ogni giorno e a titolo gratuito. Gli enti ribadiscono infine l’esigenza di sgravare la regione da un sovraccarico migratorio, punto su cui entrambe le parti si ritrovano d’accordo.