29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Centrosinistra da rinnovare

Lauri, non aderirò a Sinistra Italiana, guardo a Pisapia

Il nuovo centrosinistra dovrebbe agire dal basso dei territori verso l'alto della politica nazionale, valorizzando le esperienze di buon governo delle città e delle regioni

TRIESTE - «Il centrosinistra va profondamente rinnovato e deve tornare a essere pienamente se stesso, ma in Europa e in Italia è l'unico vero argine contro i populismi e le destre: nei giorni in cui si sta consumando l'auto-liquidazione di Sel, la forza politica che ho contribuito a fondare e alla quale ho dato i 2 anni più duri della mia vita, voglio comunicare all'Aula che non aderirò a Sinistra Italiana e che guardo invece con interesse alla proposta avanzata in questi giorni da Giuliano Pisapia». Lo ha annunciato Giulio Lauri, esponente di Sinistra ecologia libertà per il Friuli Venezia Giulia, durante la discussione generale sulla legge di stabilità 2017.

«Il nuovo centrosinistra può nascere anche valorizzando di più le esperienze di buon governo delle città e delle regioni: credo nella necessità di dare vita ad una sinistra di governo che, agendo dal basso dei territori verso l'alto della politica nazionale, faccia vivere un nuovo centrosinistra che abbia più coraggio e più capacità di essere se stesso, che sappia essere molto più critico nei confronti dei guasti prodotti dalla globalizzazione e che porti avanti un'altra idea di Europa, non quella rigorista imposta dalle Banche centrali, ma quella dello sviluppo economico e sociale e dell'inclusione. In ogni caso, qualsiasi sarà il soggetto politico in cui questa idea vivrà, cosa che dipenderà anche dalle caratteristiche che avranno le nuove leggi elettorali, è in una sinistra di governo che possono
continuare a vivere gli ideali di Sinistra ecologia libertà, e per questo continuerò a impegnarmi anche in futuro in coerenza con il mandato ricevuto dagli elettori»
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«Sono convinto - ha proseguito Lauri- che il Friuli Venezia Giulia sia un esempio dal quale si possa partire per rilanciare anche a livello nazionale un riformismo forte che ha saputo vivere nelle città e nei territori; comprese alcune Regioni e il Friuli Venezia Giulia fra queste, e questa legge di stabilità lo testimonia: un provvedimento che è motivo di orgoglio per la maggioranza perché, oltre a presentare i conti in ordine, stanzia ulteriori risorse per dare gambe alle riforme fatte in questi anni in cui abbiamo realizzato il programma per cui siamo stati eletti: dalla riduzione dei costi della politica, alla riforma della sanità, al piano industriale con cui abbiamo cambiato il sistema di finanziamento alle imprese, alla riforma degli Enti locali, alla legge sul sostegno al reddito con cui, primi in Italia, abbiamo realizzato un provvedimento di sostegno alle fasce più deboli della popolazione colpite dalla crisi che insiste già da anni in tutto il resto d'Europa, il tutto in un contesto difficilissimo caratterizzato dalla crisi economica più grave dal 1929 e dal livello più basso di credibilità raggiunto dalla politica».

«Questa legge contiene inoltre azioni di indubbio interesse generale che dovrebbero riscuotere un consenso al di là degli schieramenti di maggioranza e opposizione come cultura, edilizia scolastica, opere infrastrutturali, e soprattutto investimenti straordinari e sconosciuti nella scorsa legislatura sulla lotta al dissesto idrogeologico, la manutenzione del territorio e gli interventi antisismici: sono quelle cose che non fanno notizia, che si realizzano di giorno in giorno che sono fondamentali in occasione di una calamità naturale perché rendono il territorio più solido e sicuro garantendo nel contempo la creazione di posti di lavoro».

«Senza negare i problemi di attuazione delle riforme che indubbiamente ci sono, ora il Consiglio regionale ha la
possibilità di correggere gli errori e mettere in campo nuove iniziative: gli obiettivi più importanti sono il completamento della riforma del nostro sistema di welfare, il nuovo piano paesaggistico regionale e una verifica della legislazione sul lavoro, anche interloquendo col nuovo Governo nazionale, per capire le cause e limitare l'abnorme uso di voucher che purtroppo anche noi registriamo in questa regione»
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