20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Onorificenze meritate

Alessandro Gallo riceve la medaglia del Comune per aver soccorso un uomo in mare

Si è gettato in mare in pieno inverno, rischiando la sua vita per salvare quella di uno sconosciuto. Dipiazza: “Questa è la gioventù per cui vale la pena di lottare”

TRIESTE - Alessandro Gallo è un ragazzo di vent’anni che ha deciso di rischiare la vita per uno sconosciuto. Ha seguito il suo primo impulso, quello che spesso porta ciascuno di noi a difendere la propria incolumità, ma non questo giovane studente: in lui l’istinto è scattato in difesa del prossimo. Un tuffo in mare il 21 dicembre, 200 metri a nuoto per trarre in salvo un uomo già incosciente: di sicuro in pochi si sarebbero accollati il rischio ma per è lui è stata la reazione più naturale. Per questo la mattina del 28 dicembre  questo studente di san Canzian d’Isonzo ha ricevuto la medaglia del Comune di Trieste dalle mani di Roberto Dipiazza.

Un’onorificenza adeguata
«Un’azione immediata e senza tentennamenti – racconta il sindaco - un gesto che avrebbe potuto costargli la vita e che merita un’onorificenza adeguata. Non mi interessa se qualcuno mi accuserà di sperperare denaro pubblico per questo, alla medaglia ho voluto aggiungere anche uno Stemma con l'alabarda del Comune di Trieste, nel segno della gratitudine di tutta la nostra città».
L’uomo che ha rischiato di annegare è ancora ricoverato nell’ospedale di Cattinara in condizioni stabili, verrà dimesso a giorni e deve ancora conoscere il ragazzo a cui deve la vita.

Cronache di un salvataggio
Sembra appena uscito dall’acqua, Alessandro, pur dopo una settimana dal salvataggio. Forse l’emozione per la stampa che gli si accalca attorno, forse il suo primo Natale da eroe e il conseguente eccesso di stimoli: è pallido e parla a bassa voce, eppure tutti in sala conoscono la sua forza. Quasi una voce da adolescente, quella che racconta il fatto vissuto in prima persona: «Era il mio ultimo giorno di università, stavo andando alla stazione a prendere il treno. Nei pressi della Stazione Marittima mi ha fermato un signore sui sessant’anni e mi ha detto che c’era un corpo in mare, un uomo già incosciente, con la faccia immersa nell’acqua».
Il racconto prosegue con molta semplicità, come a raccontare una qualsiasi giornata di studio o il disbrigo di una pratica che chiunque avrebbe risolto alla stessa maniera. Ossia, duecento metri a nuoto in pieno inverno, trascinando un corpo quasi inerte : «Mi sono tolto il giubbino e mi sono tuffato immediatamente, poi l’ho trasportato fino alla scala Reale, quella davanti a piazza Unità, l’unico punto in cui avrei potuto riportarlo a terra.  Per fortuna l’ambulanza era già stata chiamata dai passanti, così come la Capitaneria. Già mentre ricevevo le prime cure ho saputo che il signore si stava riprendendo in fretta. È stato bello sapere che non avevo agito invano».

Fiducia nel futuro
Solenni, invece, i toni di Dipiazza: «Questi sono i giovani, la forza del futuro.  Per loro vale la pena di svegliarsi la mattina, un momento che per me è sempre traumatico, come le prime notizie sui giornali. In una giornata di bombardamenti in Siria e avvelenamenti, essere oggi qui presente mi dà grande forza e fiducia nel futuro».