19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Sanità

Piccin: riconoscere la fibromialgia come cronica e invalidante

Il carattere multidisciplinare della malattia rappresenta uno dei principali problemi, in quanto il paziente viene frequentemente sottoposto a cure per i singoli sintomi, in assenza di una visione globale della malattia stessa

TRIESTE - «Non è accettabile che nel 2017, in un Paese civile, la fibromialgia non sia ancora riconosciuta come malattia cronica e invalidante, condizione imprescindibile per garantire assistenza e cura nelle nostre strutture». Queste le parole di Mara Piccin, consigliera regionale di Forza Italia, che ha depositato a settembre dell'anno scorso una proposta di legge nazionale sul tema, spiegando che «è ora di passare dalle parole ai fatti. I convegni vanno bene, ma la Regione non può rimanere indifferente di fronte a tale patologia che merita estrema attenzione e a cittadini che chiedono sensibilità da parte delle istituzioni. Il 30 settembre 2015 - continua la consigliera azzurra - è stata presentata da 6.515 cittadini una petizione per il riconoscimento in Regione di alcune gravi patologie croniche e invalidanti. Ma a che punto siamo oggi su questo tema?», si chiede la consigliera pordenonese, estendendo il suo interrogativo all'assessore regionale alla sanità, Maria Sandra Telesca.

«Il carattere multidisciplinare della fibromialgia - spiega la consigliera forzista - rappresenta uno dei principali problemi, in quanto il paziente viene frequentemente sottoposto a cure per i singoli sintomi, in assenza di una visione globale della malattia stessa. Questa situazione causa notevoli disagi ai pazienti, i quali spesso si trovano disorientati se non addirittura abbandonati a loro stessi. La gravità della patologia si comprende anche considerando che, oltre alla sofferenza causata dal dolore, sintomo fondamentale e al contempo manifestazione principale si accompagnano altre problematiche quali ansia e depressione. Il dolore cronico costituisce peraltro una delle forme di sofferenza a più alto costo nei paesi industrializzati. Basti ricordare che in Europa esso conta almeno 500 milioni di giorni di lavoro persi ogni anno, con un costo di circa 34 miliardi di euro». La consigliera pordenonese conclude: «Auspico che la mia proposta di legge venga sottoscritta anche dagli altri colleghi di maggioranza che si dichiarano, a parole, per il suo riconoscimento quale malattia cronica invalidante e si avvii in Aula la discussione nelle prossime settimane».