19 marzo 2024
Aggiornato 12:30
cronaca

Medaglia all'ingegnere Gay, l'uomo che ha ritrovato la "Corazzata Roma"

Il sindaco Dipiazza ha conferito, nel corso di un incontro nel salotto azzurro del municipio, un riconoscimento ufficiale all'ingegnere che il 17 giugno del 2012 fu l'artefice del ritrovamento del relitto

TRIESTE - Un segno di stima e apprezzamento per il lavoro svolto. Il sindaco Roberto Dipiazza ha conferito oggi - nel corso di un incontro nel salotto azzurro del municipio- la medaglia ufficiale del Comune di Trieste all'ingegnere Guido Gay, che il 17 giugno del 2012 fu l'artefice del ritrovamento della «Corazzata Roma», affondata il 9 settembre del 1943 dai bombardieri tedeschi al largo dell'Asinara, dove morirono più di 1350 dei suoi marinai. Gay, scienziato, progettista ed inventore anche di strumentazioni marine e sottomarini robotizzati fu un vero e proprio esploratore degli abissi, dotato di ingegno, coraggio e passione. E fu proprio lui l'artefice del ritrovamento del relitto, a oltre 1200 metri di profondità, della nave da battaglia della Regia Marina, costruita nei Cantieri San Marco di Trieste, varata nel 1940 e entrata in servizio il 12 giugno del 1942.

L'incontro
Nel corso del cordiale incontro -presenti anche l'assessore Michele Lobianco e il medico-giornalista Ugo Gerini- il sindaco Dipiazza ha tra l'altro evidenziato le potenzialità e le prospettive legate alla valorizzazione dei 65 ettari del Porto Vecchio, con una particolare attenzione all'obiettivo di realizzare nell'area anche un museo del mare importante e di alto livello. L'ingegnere interverrà sabato primo aprile, alle 20, nella sala congressi di Porto San Rocco (strada per Lazzaretto 2, Muggia) alla presentazione del libro di Luglio Editore «Corazzata Roma. Una storia per immagini» di Ugo Gerini, già autore di «Corazzata Roma. Destinazione Finale». Nel corso della serata saranno proiettati filmati esclusivi relativi alla scoperta del relitto della corazzata sul fondale del golfo dell'Asinara e sul ritrovamento di una serie di navi romane nel Tirreno a profondità fino a 700 metri.