19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
L'evento

A Trieste arriva Laura, il più grande dinosauro dal becco ad anatra rinvenuto negli Usa

Dopo essere stata presentata al sito del Villaggio nella primavera del 2014, Laura è stata oggetto di prestito in Musei internazionali: al suo rientro a “casa” si è voluto ripresentarla per alcuni giorni al pubblico triestino e regionale

TRIESTE - La Cooperativa Gemina, che da anni gestisce e arricchisce di contenuti il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore, ha presentato una nuova iniziativa che troverà spazio oggi e domani, domenica 9 aprile, e poi nuovamente da venerdì 14 a lunedì 17 aprile. Torna in mostra a Trieste – Palazzina AIAT di Sistiana - l’enorme scheletro del dinosauro Laura, il più grande esemplare di adrosauro dal becco ad anatra mai rinvenuto negli Stati Uniti (apertura al pubblico dalle 10 alle 18). Laura - un Prosaurolophus, vissuto nel Cretaceo Superiore del Nord America, parente più giovane di Antonio, una sua pro-pro-nipote - era stata acquisita e lavorata nel 2010 dai laboratori della Zoic, ditta triestina specializzata nell’estrazione e lavorazione dei resti fossili, la stessa che alla fine degli anni Novanta aveva eseguito il delicatissimo recupero del dinosauro del Villaggio del Pescatore Antonio. Dopo essere stata presentata al sito del Villaggio nella primavera del 2014, Laura è stata oggetto di prestito in Musei internazionali: al suo rientro a «casa» si è voluto ripresentarla per alcuni giorni al pubblico triestino e regionale. Solo per sei giorni sarà, dunque, possibile poter osservare questo scheletro originale, lungo più di 11 metri: un’occasione per grandi e piccini di entrare nel mondo della Paleontologia ammirando un dinosauro spettacolare.

Chi è Laura? 
Laura è stata scoperta durante lo scavo di una strada in Montana. Alcuni frammenti di ossa vennero alla luce quando ormai era ormai troppo tardi per un recupero integrale, e così la parte distale della coda del dinosauro è andata perduta sotto i lavori della strada. Lo scheletro si presentava contenuto in pesanti concrezioni ferrose, solamente alcune ossa erano perfettamente conservate. Tutti i reperti sono stati protetti con involucri di gesso prima dell’estrazione e successivamente trasportati come materiale grezzo presso il laboratorio triestino Zoic. Alcune ossa, quali femori, piedi, mani, bacino e poche altre erano in condizioni eccezionali, con ottimo dettaglio. Sono state necessarie 5760 ore di lavoro per estrarre le ossa dalla matrice, consolidarle e restaurare le parti mancanti dello scheletro.