17 maggio 2024
Aggiornato 03:30
il caso

Pochi vaccini, il pediatra triestino: «Sono fondamentali, ma non credo nella coercizione»

Il dottor Paolo De Mottoni, uno dei due pediatri su cui il Dipartimento di prevenzione di Trieste ha avviato verifiche per le percentuali troppo basse di bambini sottoposti alle misure di profilassi, ha espresso la sua posizione a Il Piccolo

TRIESTE - Non mette in discussione l’importanza dei vaccini, ma non insiste troppo con le famiglie a farli. Perché? Perché le scelte sono di altri e devono essere rispettate. «Sono contrario ad ottenere qualcosa in modo coercitivo». Il dottor Paolo De Mottoni, uno dei due pediatri su cui il Dipartimento di prevenzione di Trieste ha avviato verifiche per le percentuali troppo basse di bambini sottoposti alle misure di profilassi ha espresso la sua posizione a Il Piccolo. In un’intervista ha ammesso di essere stupito dalla bufera che si è scatenata. La sua posizione, però, è chiara: preferisce ascoltare i genitori contrari alla vaccinazione, piuttosto che insistere e spingerli a fare qualcosa di cui non sono convinti. «Vengono in tanti da me con idee diverse – ha detto al quotidiano - e io credo nel dialogo, non nella coercizione». Il dottore dovrà chiarire la propria posizione davanti all’Ordine dei medici. «La vaccinazione è uno strumento di medicina preventiva fondamentale, indispensabile e imprescindibile, per cui non si può essere contrari» afferma. Eppure risultano percentuali basse di bambini coperti dai vaccini.

Dialogo e non coercizione
«Chi sceglie di vaccinare o non vaccinare sono i genitori.  Io sento le loro motivazioni e faccio presente quello che è il piano nazionale e il programma regionale. La mia situazione è così perché ho un’utenza particolare. Molte famiglie che scelgono me hanno delle idee già molto chiare per quanto riguarda le misure igieniche, il tipo di cura e lo stile di vita. E di conseguenza quello che mi arriva è un bacino di utenza piuttosto particolare. A me arrivano anche pazienti che i colleghi preferiscono non avere, persone che fanno scelte di vita diverse. Ma io credo che negare il diritto all’assistenza pediatrica perché una persona la pensa in un modo diverso, non sia una cosa buona». Davanti a queste persone con idee diverse lui trova il dialogo. « Se ne parla. Cerco di capire le motivazioni dei genitori, perché l’informazione non è mai a senso unico – continua - Porto la mia competenza professionale e le linee guida internazionali. E mi confronto con chi ho di fronte, da cui non deriva una mia ingerenza nella volontà altrui. Cerco di capire le situazioni: ci può essere un genitore che ha paura, ci può essere un genitore che ad esempio rifiuta le terapie iniettive». L’Ordine ha deciso di tenerlo sotto osservazione, ma De Mottoni aggiunge: «I tassi dei bambini vaccinati da me in questi anni sono andati progressivamente aumentando, mentre il trend nazionale e locale è diminuito. Però non sono sotto il 50% delle coperture come è stato detto».