24 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Primo Maggio

Festa del Lavoro, 5000 presenze e tante stelle rosse ma nessun incidente

E' stato un corteo molto partecipato quello che ha attraversato la città da piazza San Giacomo fino a piazza Unità, unendo il sindacato e tutte le anime della sinistra

TRIESTE - «Dopo anni di crisi, l’auspicio è che si possa ricominciare a far crescere l’economia, ma per far ripartire il nostro grande Paese ci vuole la collaborazione di tutti, governo, forze economiche e parti sociali». La Festa del Lavoro a Trieste, tra stelle rosse e qualche polemica, è cominciata così, con le parole di Salvatore Ugliarolo, segretario generale Uilcom-Uil nazionale. «Noi pensiamo a un rilancio del modello Paese che possa dare stabilità e prospettive all’economia, ma questo richiede meno demagogia, meno populismo e più collaborazione tra tutti gli attori coinvolti». La giornata - che ha visto la partecipazione di 5mila persone secondo i dati diffusi da Cgil Cisl e Uil regionali - si è sviluppata senza incidenti, ma nonostante la mozione approvata dal centrodestra in consiglio comunale contro l’utilizzo di stelle rosse durante la manifestazione, queste hanno invaso il corteo che ha attraversato la città. Ce n’erano sulle bandiere jugoslave e della Brigata Garibaldi, sulle bandiere anarchiche e di tutte le sigle comuniste, tantissimi avevano stelle rosse di carta portate al collo, magliette con stelle rosse di ogni tipo.

I numeri
Il Primo maggio è la giornata dedicata ai temi del lavoro, dell'occupazione, delle possibilità. Sono stati 3mila i posti recuperati nel 2016, ma restano 20mila quelli persi dall’inizio della crisi, hanno fatto sapere i sindacati. Uno stillicidio che ha penalizzato soprattutto i giovani, visto che gli under 34, in regione, sono poco più del 20% degli occupati, 1 su 5, e che al di sotto dei 30 anni la disoccupazione supera il 20%, 8 punti in meno del dato nazionale, ma 4 in più rispetto al 16% medio del Nordest. «L’esempio di Fincantieri, con l’acquisizione di Saint Nazaire, è la dimostrazione che quando tutte le parti si siedono costruttivamente attorno a un tavolo si possono trovare soluzioni capaci di dare continuità produttiva e occupazionale anche nell’ambito di grandi gruppi a controllo pubblico» ha concluso Ugliarolo.