19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
cronaca

Maxi operazione antidroga a Trieste: 32 persone coinvolte

Sono dieci quelle arrestate, decine i chili di stupefacente sequestrato. II Comando provinciale dei carabinieri ha eseguito questa mattina gli ultimi arresti di un lungo e complesso filone di inchiesta

TRIESTE –  Nella mattinata di oggi, in Trieste, Torino e Lodi, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trieste, a conclusione di lunghe e articolate attività investigative denominate «Raptor» e «Barattolo», coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, ha eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Nel corso delle operazioni, tra la serata di ieri e le prime ore di oggi, sono stati arrestati in flagranza di reato altri due soggetti. Uno dei due, che compariva già tra gli indagati dell’indagine «Barattolo», per detenzione, nella propria abitazione, di oltre 20 kilogrammi di sostanza stupefacente tra marijuana e hashish mentre l’altro, estraneo all’associazione, è stato sorpreso con 3 chili di marijuana appena acquistata da uno dei destinatari del provvedimento. Altri 21 soggetti sono indagati in stato di libertà. Nel complesso l’indagine ha consentito di disarticolare un gruppo criminale di una trentina di persone. 

L'indagine
L’indagine del Nucleo Investigativo ha preso spunto da un controllo operato nel 2014 dalla polizia spagnola, nei pressi di Barcellona, nei confronti di tre pregiudicati triestini. I tre, fermati a bordo di un’autovettura, erano stati trovati in possesso di 26.000 euro in contanti, somma per la quale non avevano fornito una giustificazione convincente, piccole quantità di hashish e 3 coltelli. Grazie all’attività di cooperazione internazionale di polizia, i Carabinieri sono venuti in possesso dell’importante elemento informativo, da cui sono partite le indagini. L’attività investigativa degli uomini dell’Arma, inizialmente articolata in servizi di osservazione e pedinamento e poi integrata da attività tecniche quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha consentito di fare luce su un nutrito e pericoloso gruppo criminale, delineandone assetti e attività. Il sodalizio, composto per la maggior parte da triestini, costituiva il principale canale di distribuzione di stupefacenti sulla piazza di Trieste. Aveva contatti e ramificazioni in tutto il Nord Italia e due principali e distinti canali di approvvigionamento, nel milanese e a Torino. Ma non solo. Sono stati documentati anche acquisti da fornitori liguri e,, recentemente, ulteriori nuovi contatti in Lombardia, in particolare per i rifornimenti di cocaina, segnale di un’influenza e un volume d’affari in rapida espansione. 

I nomi
Le prolungate indagini hanno portato all’individuazione di tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, dell’associazione, che vedeva al vertice Fabrizio Sivelli, milanese, da anni residente a Trieste, coadiuvato da Andrea Biasizzo Alborghetti e da Franco Altin, già titolare dell’Osteria «La Farmacia dei Sani» di via Giulia, che si è rivelata una delle basi logistiche del gruppo. La struttura associativa aveva un assetto verticistico e coinvolgeva numerosi soggetti con ruoli, compiti e livelli di responsabilità ben definiti. Aveva inoltre la disponibilità di armi e di un’autovettura dedicata al trasporto dello stupefacente, opportunamente modificata attraverso la creazione di un doppio fondo ricavato nel bagagliaio posteriore. 

Il sequestro
Le attività d’indagine sono state corroborate da significativi riscontri, con il sequestro, in diverse operazioni, di complessivi 30 chili di hashish e pasta di hashish (ad elevato contenuto di principio attivo), 5,5 chili di marijuana, ai cui si aggiungono i 23 chili sequestrati nelle ultime ore e oltre 1 kilogrammo di cocaina. Lo stupefacente sequestrato, una volta immesso sul mercato triestino, avrebbe fruttato circa 500.000 euro. Ma il volume del traffico documentato in mesi d’indagine ha superato i 130 chili. Sono state inoltre recuperate e sequestrate due pistole semiautomatiche, una Zastava calibro 7.65 e una di fabbricazione belga calibro 6.35, oltre al relativo munizionamento, 25.000 euro falsi e numerosi strumenti per il confezionamento delle dosi (bilancini di precisione e materiali vari). 

Nelle ultime ore
L’operazione conclusa nelle prime ore di oggi ha però definitivamente sradicato il sodalizio dal territorio triestino, mettendo fine ai suoi traffici delittuosi. I destinatari della misura, i triestini Fabrizio Sivelli, Andrea Biasizzo Alborghetti, Franco Altin, Pierpaolo Lenaz, Giovanni Vascotto, il lodigiano Cristiano Raimondo, l’albanese Imi Qamo, il marocchino residente a Torino Mohammed Khallati, oltre al già arrestato Christian Della'Aglio, e tutti gli altri indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravato dal possesso di armi, di singoli episodi di spaccio e del possesso di denaro falso.