29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Le prove

40 speleologi italiani sotto esame nelle grotte del Carso triestino

Da oggi a domenica si svolgeranno gli esami e i test di mantenimento delle qualifiche di alta specializzazione che consentono ai tecnici candidati di effettuare soccorsi di elevata complessità in grotta

TRIESTE – Sarà un weekend impegnativo per i quaranta tecnici speleologi, proveniente da tutta Italia, arrivati ieri in Fvg. In tre grotte del Carso triestino si svolgeranno infatti gli esami e i test di mantenimento delle qualifiche di alta specializzazione che consentono ai tecnici candidati di effettuare soccorsi di elevata complessità in grotta. Per la precisione sono arrivati da Piemonte, Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto, Trentino Alto Adige, Puglia, Basilicata, Sardegna, Sicilia, Marche, Emilia Romagna, Liguria e naturalmente Fvg dieci istruttori regionali, quindici verificandi e altri dodici tecnici per mantenimenti di qualifica tra tecnici specialisti e istruttori regionali. All’interno del Soccorso Speleologico sono tre i livelli di competenza dei soccorritori speleologi, che corrispondono a tre diverse figure di tecnici di soccorso: il tecnico operatore, il tecnico operatore di soccorso standard e il tecnico di specialità.

Le prove
E’ proprio quest’ultima figura che verrà valutata e messa alla prova nella tre giorni triestina, simulando una serie di manovre complesse di recupero. Le prove si svolgeranno nella grotta VG88, detta comunemente Abisso Fernetti, nella Grotta dei Morti - cosiddetta perché a fine Ottocento, quando venne esplorata per cercare la fonte d’acqua per la città morirono tre persone per l’emanazione di gas tossici scaturita dal brillare di una mina - e l’Abisso Carlo Debeljak, una delle più belle grotte del Carso triestino per le spettacolari formazioni calcaree, ma molto difficile da raggiungere. A dirigere il corso, fino a domenica 25 giugno, Gianpaolo Scrigna, direttore della scuola regionale del Soccorso Speleologico e vicedirettore della scuola nazionale dello stesso, che in queste ore assieme ad alcuni tecnici sta ultimando la preparazione della parte logistica delle simulazioni di soccorso all’interno dei tre abissi.

La formazione
La scuola italiana è riconosciuta a livello internazionale per l’elevato livello tecnico raggiunto per efficienza e velocità nel recupero di infortunati in ambiente sotterraneo. Le nuove e originali tecniche messe a punto dagli speleologi triestini  negli ultimi quindici anni - non dimentichiamo l’esemplare intervento del 2014 a Berchtesgaden, in Baviera, nella grotta Riesending-Schachthöhle a ben 720 metri di profondità- hanno suscitato l’interesse di diversi altri corpi specializzati della comunità europea e internazionale: sono stati organizzati simposi e corsi con delegazioni cinesi, turche, greche, oltre che a quelle dei paesi confinanti quali solvene, croate, austriache e tedesche.